eJournals Italienisch 40/79

Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
2018
4079 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi

2018
Saverio Tommasi
Caroline Lüderssen
Barbara Pisanu
2 Giornalismo 2.0 : a colloquio con Saverio Tommasi A cura di Caroline Lüderssen e Barbara Pisanu Saverio Tommasi, scrittore, attore, blogger, è nato a Firenze nel 1979 . Si è diplomato nel 1999 all’Accademia d’Arte Drammatica dell’Antoniano di Bologna e ha collaborato con vari registi a diversi progetti teatrali . Nel 2004 fonda la «Compagnia Teatrale Saverio Tommasi», con la quale nel 2010 vince il premio letterario «Firenze per le culture di Pace», dedicato a Tiziano Terzani per lo spettacolo Uguali a chi? Omocausto, un dramma dimenticato . Due anni dopo, nel 2012, viene eseguito lo spettacolo intitolato La mafia (non) è uno spettacolo, scritto a quattro mani con Pier Luigi Vigna Esordisce come scrittore con il libro Non ho votato Berlusconi (Comicus Editore 2003) . Seguono, nel 2011, l’atto unico La messa non è finita - processo per ‘smisurato’ amore a don Alessandro Santoro (Firenze: Edizioni Piagge) e nel 2014 Gesù era ricco - Contro Comunione e Liberazione (Reggio Emilia: Aliberti editore) . Di recente pubblicazione è il suo libro Siate ribelli, praticate gentilezza (Milano: Sperling & Kupfer 2017) Dal 2009 ad oggi la sua attività si concentra su reportage, video e documentari . Dal 2012 collabora con Fanpage .it e cura il suo blog Il colloquio ha avuto luogo nella sede della Deutsch-Italienische Vereinigung e .V . a Francoforte il 14 aprile 2018 Domanda Il tuo ultimo libro si intitola Siate ribelli, praticate gentilezza I due concetti, ribellione e gentilezza, sembrano non andare bene insieme Come mai questo titolo? Saverio Tommasi So che sono due parole che nell’accezione comune difficilmente uno le vede poter camminare insieme a braccetto O sei ribelle, o sei gentile, questa è l’idea Secondo me invece hanno molta strada e molto percorso da poter fare insieme Io intendo ribellione non come atto violento, ma come voglia di partecipare, di mettersi seduti il meno possibile, voglia di provare a fare un passo in avanti Ribellione come anche un pugno, metaforico, ‘sul tavolo’ quando qualcosa non va, come idea di interazione mischiata, impastata, intrecciata, meticciata con la gentilezza, che è il miglior piede di porco per provare ad entrare in comunicazione, in empatia Di solito il piede di porco viene ‘emarginato’, nei fumetti è quell’attrezzo per scardinare le porte usato dai ladri Mi piace provare a utilizzare parole e termini per ribaltare l’accezione, l’idea, il significato che comunemente viene loro attribuito, ma non che hanno per forza E allora sì, la gentilezza può essere il piede di porco per entrare in comunicazione nell’animo, nell’anima, per ‘sfruculiare’ all’in- 3 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi terno, per provare a sollecitare emozioni e relazioni E allora voglia di partecipare, ribellione in questo senso E di partecipare come? Entrando in relazione ed empatia D. Il libro ha una struttura particolare Com’ è nata l’idea? Tommasi Nel libro utilizzo spesso la dizione «cara Caterina, cara Margherita» Margherita e Caterina sono le mie due figlie e sono un ‘gancio’, meraviglioso, però rimangono un gancio per poter raccontare delle storie, che idealmente sono indirizzate a loro ma di cui non sono davvero le lettrici destinatarie, sia perché sono troppo piccole sia perché comunque il linguaggio non è per bambini Però il pensare di potermi rivolgere a due persone mi aiuta nella scrittura e mi aiuta a provare a tenere i piedi sufficientemente per l’aria Di solito si dice ‘piedi a terra’: no, no, non voglio tenere nessun piede per terra, i piedi sufficientemente nell’aria insieme alla testa D. Quindi, il colloquio con le figlie è una strategia narrativa… Tommasi …sì, intesa nel senso alto, perché io davvero mi rivolgo a loro, però è una modalità per provare a raccontarsi, a me, a loro due e a chi legge delle storie, provando a intrecciarle Per intrecciare delle storie intendo provare a trovare un pezzettino della propria in ogni storia degli altri D. Anche nel tuo blog si usa questa tecnica, e si legge una storia di un ragazzo che chiede scusa, per il suo passato, e racconta della sua militanza in un partito di estrema destra Lui stesso si definiva fascista Però ha avuto una presa di coscienza e ha abbandonato quel percorso, per ritornare nella realtà Mi è piaciuto molto che abbia scritto «non si può morire fascisti… mio nonno aveva ragione Quindi, Saverio, ti chiedo scusa» Tommasi Sì, lui era uno di quelli che violentemente, per sua ammissione, attaccava Caterina Diciamo che tutt’oggi sono tanti i commenti di quelli che vengono chiamati hater 1 Ieri scendendo a colazione, avevo il cellulare in mano e vedevo un video, in cui per cinque minuti e 42 secondi venivo attaccato 1 Gli hater sono coloro che ‘odiano’ personaggi di fama quali attori, cantanti, scrittori e che criticano ed ingiuriano aspramente senza una motivazione di carattere oggettivo 4 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi ferocemente, al di là della critica, del piacere/ non piacere, l’idea era il riuscire a crocifiggermi L’hater era uno di quelli che sapeva dove colpire, sapeva dove fare un po’ più male, ecco, ed è venuto apposta E quello che mi piace è la possibilità, l’idea del cambiare Lui raccontava, venendo apposta, in quelle cosiddette shitstorm, in quegli attacchi preventivati Io comunque frequentavo la pagina, vedevo i video, sceglievo immagini per fare i meme e lì vedendo, ho iniziato a incrociare storie di altri, storie di persone che magari raccontavo in video, non solo la mia, raccontavo per scritto oppure si trovavano fra i commenti e allora, anche con quegli stimoli ho preso un’altra coscienza E questo per me è meraviglioso D. In che modo ti poni con queste persone, che appunto chiamiamo hater, che criticano con un linguaggio molto aggressivo, anche violento… Tommasi …sì, e anche inventando storie Cioè, nel senso, non è una critica volta né all’abilità o meno di scrittura, né di realizzazione di video Sono storie inventate per provare a distruggere oppure si tratta di insulti variegati Cioè non hanno mai l’aspetto della critica… D. …non è una critica oggettiva… Tommasi …ma non vogliono nemmeno stare a criticare L’idea è «vengo per distruggerti» Ma è chiaro quando è così ed è chiaro invece quando si tratta di una critica, ci mancherebbe altro D. Quindi anche il libro nasce in questa funzione o non solo? Tommasi Il libro nasce con l’idea di provare per la prima volta a mettersi a nudo, grazie agli abiti che mi aiutano a togliermi le storie che ho raccontato Io ho sempre raccontato le storie degli altri: sono sempre partito da quelle degli altri, perché in esse vedevo un pezzo della mia; indipendentemente dal racconto, dalla storia stessa Anche storie totalmente diverse tra loro Grazie a quelle storie ho anche trovato dei coraggi, tra cui quello, per la prima volta, di spogliarmi metaforicamente un po’ di più e perciò provare a raccontare provando a fare quel passetto in più che io chiamo di ribellione E ci vuole un pezzetto di coraggio per farlo Ed è quello che ho provato a fare . 5 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi D. Riuscendoci brillantemente, visto che il libro è arrivato alla decima ristampa, quindi ha incontrato un apprezzato successo di pubblico che tutt’ora continua ad avere Tommasi Sì, non credo che la qualità sia fatta dalle copie vendute però in realtà le copie vendute sono tante D. Ti consideri più scrittore o giornalista? Tommasi Il mestiere, quello per cui sono assunto, è quello del giornalista Giornalista per Fanpage, e quello è il mio mestiere Però io vengo dal mondo del teatro, che ho smesso qualche anno fa, ma che è stato il mio mestiere, con cui ho vissuto per quasi dieci anni E ora, alle storie in video e agli articoli che ho sempre scritto, gli editoriali per Fanpage, si somma il libro Il mio mestiere è sempre stato quello di raccontare delle storie Io da lì non mi sono mosso O con il linguaggio del teatro, i cui testi già scrivevo io, talvolta con delle collaborazioni: ad esempio, l’ultimo che ho messo in scena, con cui ho chiuso, era scritto a quattro mani con Pier Luigi Vigna, l’ex procuratore nazionale anti-mafia in Italia, cioè la persona più in alto a capo della lotta alla criminalità organizzata Ed era uno spettacolo sul tema della mafia Oppure i libri, gli articoli, i video - raccontavo storie, ecco Quando dico ‘raccontare storie’ mi si ‘piena’ la bocca, mi piace proprio Come il bambino che mangia i biscotti Ecco, quando io uso la dizione ‘raccontare storie’ praticamente mi si allarga la bocca e sento un sacco di sapori dentro D Il successo del libro forse si spiega anche perché sei conosciuto come blogger? Tommasi Un po’ sì D I due media si collegano… Tommasi …sì, aiuta Sicuramente è stato un bell’aiuto nel lancio La pagina pubblica di Facebook ha quasi mezzo milione di iscritti, i video visti fra tutti i vari canali, il mio e di Youmedia, cioè il canale di Fanpage, credo che raggiungano il milione e mezzo di visualizzazioni al mese Ed è chiaro che quello aiuta 6 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi D Questo modo di raccontare è un mezzo per fare informazione, soprattutto recente? Tommasi Sì; io uso anche il termine: un’informazione divertita e un po’ dispettosa Intendo divertimento come un qualcosa che mi accresce E allora se mi accresce, mi diverte; dispettosa perché, in misura diversa, a seconda delle storie raccontate e anche dei capitoli diversi del libro, scritti anche con linguaggi diversi, vi è l’idea di essere dispettoso come i bambini, un pochino irriverente, non maleducato Cioè, provando a sorpassare tutto un racconto un po’ stereotipato, impostato, spesso pregiudiziale provo a costruire tutte le volte da zero D Ho visto alcuni tuoi video, che mi sono piaciuti moltissimo, in cui si vedeva il tuo lato divertito, quegli degli esperimenti sociali, in cui sei dietro un tendone nero e parli alle persone Tommasi Pur essendo argomenti pesanti, molto seri, l’idea è di provare ad agganciare in una maniera diversa l’argomento L’idea di usare dei linguaggi, delle modalità di approccio differenti da quello classico secondo me favorisce la comunicazione, e soprattutto con chi è abituato alle novità e ai nuovi approcci e cioè i più giovani A volte riesce di più, a volte riesce di meno D Mi piace questa idea di cominciare da zero I tuoi video sono molto coinvolgenti e il format con i sottotitoli li rende accessibili a tutti Tommasi Stiamo iniziando ora a sviluppare l’idea di mettere i sottotitoli, ad esempio da un anno e mezzo, tutti i video ce li hanno E questo è fondamentale per due motivi: il primo è che la maggioranza delle persone che oggi vede un video lo fa da cellulare Molto spesso quando vediamo un video al cellulare non siamo a casa da soli, non abbiamo le cuffie, perciò se siamo in metropolitana, un attimo in pausa oppure in ristorante, prima di entrare dal dottore, non possiamo mettere il volume alto - qualcuno lo fa ma diciamo che non è il massimo dell’educazione rispetto alle persone intorno Perciò i sottotitoli permettono di guardarli senza il bisogno di dover alzare il volume Il secondo motivo è che sono più facilmente comprensibili da più persone D Come vedi le reazioni negative ai tuoi video? Nei blog ci son tutti i commenti, che rimangono lì, non puoi toglierli . 7 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi Tommasi Ogni tanto prendo qualcuno dei commenti, che secondo me sono più interessanti per raccontare un altro pezzettino di storia Che sia la risposta all’hater, che sia qualcuno che chiede maggiori informazioni su un pezzetto del video, sul perché di un video, che sia qualcuno che posta una foto particolare che però sta bene con il pezzo, perciò indipendentemente dalla qualità intrinseca del commento Quando lo si fa sui social network, la risposta sale in alto e perciò altre persone usufruiscono della lettura di quel pezzettino in più di storia, in qualsiasi direzione vada E questo cerco di farlo Il resto dei commenti, molti li leggo e molti altri non ce la faccio perché a volte sono centinaia e diventa un lavoro, però è come se noi, uscendo da qui, andassimo al primo bar/ caffè qui intorno, le opinioni sono tante, diverse, e uno non può e non deve nemmeno rispondere a tutti Se io entrassi là dentro - stanotte alle tre c’è stato l’attacco dell’America di Trump in Siria, se io entrassi nel primo caffè e chiedessi «allora, cosa ne pensate? » e ci sono opinioni varie, non è che io debba rispondere a tutti Io mi prendo il mio caffè, se capita di parlare magari rispondo e ci confrontiamo, ma non mi sento in obbligo di rispondere a tutti e questo secondo me è come quello che succede sul blog e sulla pagina Facebook Uno non si deve sentire in obbligo di rispondere a tutti D Quindi in realtà sei pienamente consapevole che essendo una pagina pubblica, un profilo pubblico, ognuno ha la libertà di scrivere ciò che vuole … Tommasi Le persone devono poter scrivere ciò che vogliono Umberto Eco, il maestro Umberto Eco disse che «i social network hanno dato anche agli imbecilli la libertà di parola»: per me è un bene Ci deve essere Perché se no, chi decide chi è imbecille, lo decidi preventivamente, prima di poterli leggere? Ma non è una democrazia compiuta dove il diritto di parola ce lo ha solo chi ha la forza di poter organizzare una conferenza stampa o ha un ufficio stampa, come se poi chi avesse un ufficio stampa fosse stato selezionato a monte e fosse a monte migliore di chi non ha un ufficio stampa E allora il diritto di parola ci deve essere per tutti Il che non significa lasciar perdere o lasciar correre Vuol dire, anzi, stare più attenti, ma non giudicare prima l’espressione Perché se no non giudichi quello su cui uno si è espresso, giudichi sulla possibilità di classe di espressione D Però Eco si riferiva a quelli che adesso vengono chiamati analfabeti funzionali, no? Quelli che prima avevano il potere di esprimere il proprio pensiero al bar… 8 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi Tommasi …eh, ma va bene L’analfabeta funzionale deve poter votare D Sì, questo è chiaro Ma se arriviamo a livello di shitstorm . . Tommasi Quella però è un’altra cosa Gli shitstorm e le violenze di attacco non sono fatte da un certo gruppo sociale, cioè sarebbe più facile se fossero fatte da chi non arriva a capire Purtroppo è assolutamente trasversale Per esempio la violenza sulle donne: sarebbe tanto più facile fosse fatta da persone barbare, senza cultura, e purtroppo non è così Sarebbe più facile perché uno identifica più facilmente Perciò è peggio perché è più complicata la risposta e non basta togliere un social network a qualcuno che lo sa usare poco perché anche mia nonna lo sa usare poco L’ultima persona che ho intervistato ha novantatré anni, è un partigiano italiano iscritto su Facebook e non ha la capacità di interazione su Facebook che ha un ragazzo E lui che è democraticamente una delle persone più acculturate, rispetto al mezzo è analfabeta E allora io gli tolgo il mezzo? No, è complicato Tant’è che insomma, i Paesi discutono, anche in Germania, di legislazioni, cioè ci sono discussioni mondiali È chiaro che sia complicato, ma ne dobbiamo parlare D Qualcuno li definisce ‘webeti’ 2 , no? Uno dei migliori giornalisti italiani, Enrico Mentana, pone questo problema, cioè queste persone che non sono capaci di usare i social network però in realtà lo affollano e lo rovinano in parte Tommasi Il problema è l’ignoranza Gli ignoranti, coloro che ignorano, gli ‘webeti’, se vogliamo usare i neologismi, non posso considerarli il problema Il problema è l’ignoranza Il problema non sono i poveri, il problema è la povertà Gli altri sono la conseguenza su cui bisogna provare a intrecciarsi, e a lavorare Però se io parto dal pensare che delle persone in base alle loro minori conoscenze siano un problema, secondo me è una prospettiva errata D Sto ancora pensando al tuo paragone con il bar Nel bar sono forse venti o trenta le persone che interagiscono, mentre nei social network non è una comunicazione vera, le persone sono molte di più Non c’è una differenza, secondo te? 2 Webete, da (web) + (ebete) . Ebete è colui che viene considerato come persona sciocca, o ‘idiota’ . Il composto webete fa riferimento a coloro che usano il web in maniera ‘stupida’ e non per scopi pratici od utili . 9 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi Tommasi Tra quella verbale e scritta? Certo che c’è differenza Sì, sì Sono linguaggi diversi, comunicazioni diverse, ma non mi va di fare classifiche o paragoni stretti Preferisci una bella serata con un’amica, chiacchiere, un bicchiere di vino o preferisci uscire con la tua fidanzata? Sono cose molto diverse fra loro Vorrei che ci fossero tutte Io voglio l’amica e la fidanzata perché non le vedo in contrapposizione E anche per questo mi piace saltellare fra i mezzi: il teatro, il libro, i video Perché è un saltellare all’interno dello stesso, per fortuna, ‘non recinto’ di storie, per abbattere questi recinti e vedere che sono solo prospettive e modalità per provare a stare bene D Quindi è di nuovo la ribellione cui ti riferisci? Tommasi La ribellione al recinto, sì Il recinto non è mai vincente È incredibile come questa espressione, che in teoria ci dovrebbe far sentire più sicuri, in realtà esprima il contrario Infatti, se poi mi ci metto a ragionare… tutte le volte che si è provato a fare delle recinzioni, dei recinti o dei muri, questi hanno storicamente fallito D In un tuo video intervistavi uno dei direttori del CERN di Ginevra . 3 Eravate molto rilassati e mentre entravate in un ascensore, lui disse: «qua abbiamo tantissime nazionalità, e questo è uno strumento di pace, perché accogliamo tante nazioni…» Tommasi È il pezzo dell’intervista che mi piace di più E questa è la meraviglia, in cui tutti i Paesi contribuiscono in base al PIL e però poi lavorano insieme: cioè non è che a quello che ha dato un po’ meno, perché magari la nazione è un po’ più piccola, allora si mette il nome più piccolo in fondo Quando scoprono qualcosa viene condiviso D Parlando dei diversi temi di cui ti occupi: ti definisci scrittore impegnato, di impegno politico, sociale? Tommasi Saltello fra argomenti diversi Quello che provo sempre a fare è cambiare la prospettiva e non fare una classifica delle storie Di non partire preventiva- 3 Il CERN: un'eccellenza internazionale e un'incredibile «macchina del tempo» https: / / www .youtube .com/ watch? v=zQZpwIjwh-U (27 .4 .2018) 10 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi mente dicendo ‹questo è meglio, questo› è peggio Io cerco di cambiare prospettiva rispetto alla storia raccontata E a darle una narrazione, perciò, di farne uscire un aspetto poco raccontato Il che non vuol dire che sia l’unico, anzi, ci sono un milione di altre cose Però è comunque un po’ particolare quella tipologia di intervista, rispetto a quello che già esiste prima, che cerco di mettermi un po’ a lato e questo vale sia quando vado dal direttore del CERN e sia ai concerti di Justin Bieber e degli One Direction Al concerto degli One Direction portavo in regalo - e si vede nel video 4 - le magliettine con le citazioni di Peppino Impastato, giornalista ucciso dalla mafia in Italia, con scritto «la mafia è una montagna di merda» E chiedevo a delle ragazzine di 12/ 13 anni cosa ne pensassero In Italia si discuteva in quel periodo sulla possibilità di riconoscere le unioni civili oppure i matrimoni tra persone dello stesso sesso E allora regalavo loro delle magliettine con la citazione di una mamma che diceva «Oh mio dio, mio figlio ha detto ‘a me mi piace un ragazzo’ Ti rendi conto? A me mi? » Che è un tipico errore grammaticale E l’ho usato per fare loro domande di attualità Con loro e con i loro genitori Secondo me rispondeva meglio la maggioranza di queste ragazzine di 12/ 13 anni, rispetto a una parte, almeno, dei genitori che le accompagnavano D Quindi parti da una certa ingenuità Tommasi Sì, assolutamente sì Proprio come idea… tant’è che molte delle domande che io faccio nei video sono domande banalissime Cioè la domanda serve proprio per aprire un campo Non so, quando poi si va a parlare in quelle manifestazioni della Lega, una delle mie prime domande era: «come va? », «ma perché oggi qui? », cioè in teoria certo che lo sapevo, però volevo sentire che mi raccontavano 5 Poi magari ho qualche domanda preparata, qualche conoscenza, sono pronto alla risposta Ma la prima domanda è veramente sciocca, quasi decontestualizzata, perché «come va? », «come mai oggi qui? » la puoi fare in qualsiasi luogo Però serve per provare ad entrare, e poi da lì chiacchieriamo D Poi li prendi anche a sorpresa… 4 «Mi sono innamorato (anche) degli One Direction» https: / / www .youtube .comwatch? v=fw/ le70jVT4 (24 .05 .2018) 5 «Chi sono (davvero) quelli scesi in piazza con Salvini» https: / / www .youtube .comwatch? v=U-uEsktA7_g (24 .05 .2018) 11 Giornalismo 2.0: a colloquio con Saverio Tommasi Tommasi Anche D E rispondono con una sincerità disarmante Tommasi Infatti D Vuoi parlarci dei tuoi prossimi progetti? Tommasi Chiudere, nel senso di terminare, il milione e mezzo di video su cui sto lavorando, poi se tutto va bene, in autunno dovrebbe uscire un altro mio libro, che sarà un romanzo, nel senso più classico del termine Una favola moderna .