eJournals Italienisch 38/76

Italienisch
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
2016
3876 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Annick Paternoster: Cortesi e scortesi. Percorsi di pragmatica storica da Castiglione a Collodi. Roma: Carocci editore 2015, pp. 336, € 34,00

2016
Gudrun Held
126 Buchbesprechungen Annick Paternoster: Cortesi e scortesi. Percorsi di pragmatica storica da Castiglione a Collodi . roma: Carocci editore 2015, pp. 336, € 34,00 Questo libro è un dono - atteso da molto - per gli studi della lingua italiana, in quanto frutto della storia culturale latino-romanza e oggetto dello sviluppo teorico e metodologico della linguistica attuale Sotto l’etichetta magica di ‘s/ cortesia’ la studiosa Annick Paternoster tratta e integra due aspetti fondamentali che conducono automaticamente a quella che si chiama ‘pragmatica storica’ e che non è affatto così nuova come la presenta l’autrice nell’introduzione Da un lato, la pragmatica storica, intesa come lo studio degli usi del linguaggio attraverso il tempo, è sempre stata implicita nella storia della lingua che proprio in Italia, combattuta tra realtà parlata e norma scritta, ha una lunga tradizione; dall’altro lato, è una sub-disciplina costituitasi nell’area linguistica anglo-americana dopo la svolta pragmatica e la nascita e l’estensione sfrenata del paradigma della cortesia (cf Jucker 1995, Traugott 2004, Culpeper/ Kádár 2010, Bax/ Kadar 2011, Jucker/ Taavitsainen 2013, Taavitsainen/ Jucker 2015 e tutti i numeri del Journal of Historical Pragmatics dal 1999 in poi) Quello che è nuovo, invece, sono il trasferimento e l’applicazione di questo complesso discorso epistemologico - finalmente! - all’area italiana, la quale, sotto i punti di vista sia storicoculturale sia linguistico, ha avuto un ruolo primigenio per fondare, trasportare e tramutare la prassi della cortesia occidentale attraverso i secoli dall’antichità all’età moderna Il libro di Annick Paternoster e l’analisi di dati che propone si posizionano dunque innanzitutto nell’ambito del paradigma della cortesia, il quale non solo predomina a livello mondiale la ricerca pragmatica a partire dall’opera seminale di Brown/ Levinson 1978/ 87, ma, essendo anche esso stato soggetto a diverse svolte epistemologiche, si è aperto da un iniziale approccio normativo ad un approccio discorsivo che considera la dinamica dell’interazione (cf da Watts 2003, Kádár/ Haugh 2013 fino a Haugh 2015) e quindi attribuisce ai significati una fluidità negoziabile Così cortesia non è un concetto fisso, da assegnare a certi momenti e forme di comportamento, ma implica, nel percorso di ogni tipo di comunicazione, delle interpretazioni diverse fino ad evocare addirittura l’effetto contrario, cioè la scortesia (cf Bousfield 2008, Culpeper 2011) Il titolo del volume quindi non è solo una scelta retorica dell’autrice, bensì il riflesso di un complesso ramo pragmatico 2_IH_Italienisch_76.indd 126 23.12.16 09: 52 Buchbesprechungen 127 che, applicato a culture diverse e alle loro usanze linguistiche, ha suscitato infinite revisioni teoriche e metodologiche La recensione metterà a fuoco soprattutto il merito che lo studio ha per la ricerca della cortesia e i suoi esiti epistemologici; questo non dovrebbe però svalutare l’immenso impegno che l’autrice ha messo nella vasta documentazione di dati storici, che non solo servono a procurare la necessaria base empirica al discorso teorico, ma introducono nella linguistica italiana un campo le cui opere scritte maggiormente in inglese, non hanno badato molto al ruolo fondamentale che proprio la cultura e la lingua italiana vi svolgono Il lavoro parte dalla nozione di cortesia come categoria chiave che costruisce e sostiene qualsiasi relazione sociale In quanto traduzione italiana dell’inglese politeness, il termine cortesia si rivela però anche come strumento analitico, per cui si pone il problema della varietà e dell’intersezione dei suoi significati Studiando meccanismi e convenzioni dell’interazione sociale bisogna comunque distinguere tra due concetti di cortesia: uno è quello laico (folk) che si riferisce alla prassi quotidiana, acquisita e perpetuata con la socializzazione dei soggetti nella propria cultura (politeness 1), e l’altro è quello tecnico-scientifico costruito su procedure e regolamenti astratti da tutte le interazioni umane in quanto scambi razionali e strategicamente diretti a scopi comunicativi (politeness 2); il primo è dunque un concetto ‘emico’ intrinsecamente culturale, il secondo è un approccio ‘etico’ del ricercatore ed è quindi a priori dotato di validità universale L’obiettivo del libro di Paternoster è quello di dimostrare proprio lungo la storia culturale che questi due concetti si influenzano e si fondono continuamente portando alla luce la parte e il ruolo che hanno in particolare lingua e cultura italiana Si deve dire, con lode illimitata, che l’autrice ci è perfettamente riuscita - sia tramite la bella presentazione riassuntiva, ma del tutto critica della (s)cortesia come oggetto di ricerca centrale nella pragmatica attuale e storica, sia tramite la sua ampia ricerca empirica in cui scava dati da vari usi comunicativi nel passato e li sottomette a una interpretazione qualitativa, spesso microscopica Il volume si divide in sette capitoli, tra cui il capitolo 1 (intitolato «La (s)cortesia storica: un nuovo campo di ricerca», 17 - 87) delinea sia il recente sviluppo della pragmatica storica (1 .2 .), sia le varie tappe della pragmatica della cortesia (1 .3 .) in un modo puntuale come non mi sembra che sia mai stato fatto per il pubblico italiano Avendo così elaborato il denso fondo teorico per studiare la cortesia in tutte e due le concettualizzazioni (politeness 1 e 2) anche nel passato, in 1 .4 l’autrice mette in gioco l’importanza del mondo latino-italiano come radice e pianificatore di sviluppo Troviamo un bellissimo quadro generale della storia della (s)cortesia 2_IH_Italienisch_76.indd 127 23.12.16 09: 52 Buchbesprechungen 128 in Europa dal Medioevo all’Ottocento che conduce - su vari piani - direttamente alla ‘peculiarità del caso italiano’ (1 .5 .3 .) e ai contributi particolari che questo dona alla civilizzazione europea Una discussione più dettagliata di vari periodi storici porta alla luce due ambiti significativi sia per l’impostazione del libro, sia per la ricerca della cortesia in genere: uno riguarda la situazione provocante dei metatermini che riguardano il campo semantico della cortesia e, di conseguenza, la loro resa nelle diverse lingue europee; e l’altro riguarda la questione di trovare una valida base di dati storici in grado di verificare la ‘presenza’ di s/ cortesia e le sfumature comunicative che questa rivela in periodi diversi per testimoniare le trasformazioni e i cambiamenti attraverso il tempo Il primo campo ruota attorno a un termine chiave, il cosiddetto discernment, che, nella pragmatica angloamericana, é usato in opposizione a volition per «discernere» due tipi di società, una che regola l’ordine sociale secondo norme relazionali ma gerarchicamente distintive, e l’altra che si basa su soggetti più liberi e scelte che si ritengono adeguate alla situazione Seguendo invece lo sviluppo semantico di discernment a partire della sua radice italiana ‘discernimento’, Paternoster identifica una semantica addirittura opposta, che si riflette nei grandi trattati di comportamento: come termine puramente emico esso inquadra piuttosto la decisione deliberata, frutto di una valutazione intellettuale delle condizioni situazionali e, in quanto ricerca interiore della giusta misura adeguata al momento, è piuttosto simile a discrezione o meglio: discretio (vd pp 63-74) Ciò permette di ampliare il discorso al campo semantico dei vari termini sociali della sfera rinascimentale i quali, come sprezzatura, modestia, convenevolezza, maniere e altri, portano al cuore delle grandi opere della civilizzazione umana, quali il Libro del Cortegiano e il Galateo, e all’ideologia dell’etica umanista che propagano Secondo me, è proprio lo studio sulla nozione del discernment (cf anche Kádár/ Paternoster, in corso di stampa) a dare una netta lezione alla ricerca sulla cortesia, fino ad ora troppo vincolata all’anglofonia: immergersi nella cultura italiana permette invece di ridefinire le varie impostazioni morali e civili che prende il concetto di cortesia nella svolta dalla sottomissione a rango e potere all’emergere di uno spirito cittadino mercantile . Nello stesso momento, il termine discernment è anche cruciale per l’intero studio: apre la strada metodologica e influenza argomentazione e conclusioni dell’autrice paragonando dati e teoria Vediamo perché e come Se per Paternoster la meta primaria è quella di studiare la cortesia tramite l’identificazione dei suoi usi nel passato, del suo sviluppo e delle sue cause, allora il metodo per arrivarci con un certo sistema, può essere solo quello di considerare il discorso storico nel suo insieme L’autrice si decide per un 2_IH_Italienisch_76.indd 128 23.12.16 09: 52 Buchbesprechungen 129 metodo metapragmatico che, conforme alle recenti teorie della (s)cortesia di tipo discorsivo, permette di valutare come, nei testi stessi, un evento comunicativo è stato percepito dai partecipanti e di dedurne l’esistenza di attese e norme riconosciute e riprodotte oppure contestate e violate Paternoster si dedica dunque a rintracciare con acribia filologica una vasta gamma di commenti metapragmatici i quali, sempre in fitta interconnessione, vengono distinti in quattro tipi essenziali: 1 Il metalinguaggio «che comprende termini valutativi riflessivamente utilizzati dai membri della società per parlare della cortesia o della scortesia» (p 48); si tratta quindi di un gruppo di parole sociali testimoni dell’ordine morale in una specifica cultura 2 Il commento metacomunicativo «si riferisce alle interpretazioni e alle valutazioni della prassi sociale, fatte dai partecipanti» (p 49) Essendo però invisibile fin quando l’azione sociale è conforme alle convenzioni e alle attese, questo tipo di commento non è molto facilmente reperibile; deve essere estratto dalla letteratura col ricorso per lo più a scenari metatematici dove appaiono scambi problematici, critiche aperte o negoziazioni ironizzanti 3 Il metadiscorso «si riferisce a discorsi riflessivi sulla (s)cortesia, costituiti al livello della società e della cultura» (p 50) e comprende tra l’altro soprattutto i trattati e manuali di comportamento i quali - essendo sempre emersi inizialmente in Italia e da lì copiati e in crescente diffusione attraverso i secoli in tutta l’Europa - riportano le norme pertinenti alla società occidentale nelle diverse epoche; spesso in riferimento a certi gruppi o classi sociali hanno scopi istruttivi e stabilizzanti, e rappresentano un buon quadro delle maniere, i loro usi e disusi nel mondo laico 4 La consapevolezza metacognitiva «torna al livello della singola parola e riguarda certe particelle discorsive indicative di attese e atteggiamenti cognitivi» (p 50) In questo campo eterogeneo Annick Paternoster si dedica alle forme e formule della cortesia convenzionale e ripone il problema della loro validità in relazione a fattori sociali, locali e temporali che vengono alla superficie solo tramite analisi raffinate presumibilmente di dialoghi teatrali e di discorsi diretti nei romanzi Ora, su questo filtro metodologico costruito su più livelli nascono capitoli analitici che fanno emergere passi decisivi nella storia culturale del territorio italiano - Paternoster studia grandi opere storico-letterarie dimostrando come linguistica, filologia e storia letteraria si possono ancora fecondare a vicenda; s’immerge minutamente nei paragrafi della grande trattatistica e dei suoi successori minori che, però, sono utili testimoni diretti di momenti di grandi cambiamenti socio-politici; segue tante entrate di parole e formule nei grandi dizionari italiani e li confronta con gli usi nei rispettivi 2_IH_Italienisch_76.indd 129 23.12.16 09: 52 Buchbesprechungen 130 testi; fa interpretazioni di microe macro-strutture testuali servendosi delle ipotesi delle opere seminali sulla cortesia e scortesia, ma ricorre anche a vari approcci della prima e della recente linguistica italiana (da Spitzer 1922/ 2007 a Caffi 2001; e Koch/ Österreicher 1990) L’autrice ripropone e applica tesi provate della pragmatica come per esempio quella molto adattabile dell’avvicinamento vs distanziamento, oppure quella della mitigazione o indirezione illocutiva; e riempie così pagina dopo pagina con una moltitudine di dati linguistici raccolte tramite minute analisi lungo il testo di base I generi testuali che vengono ‘spogliati’ in questo senso multi-planare, rappresentano, certo, una scelta soggettiva, ma si tradiscono già dal titolo dei capitoli nella parte analitica come intrinsecamente rilevanti per il tema Basta enumerarli qui seguendo l’ordine cronologico dell’indice: lo studio inizia con un’indagine delle convenzioni e rituali nel Libro del Cortegiano di Castiglione paragonando le caratteristiche con certi usi nel Decamerone di Boccaccio (cap 2); poi, rintraccia scene di scortesia in due commedie rinascimentali, La Calandra di Bibbiena e La Lena di Ariosto (cap 3); in seguito scava i metatermini di scortesia nel Ciclo delle serve di Goldoni (cap 4), elabora la «cortesia affettuosa» degli umili nei Promessi Sposi di Manzoni (cap 5); e finisce la sua indagine investigativa con la letteratura istruttiva per ragazzi dopo l’Unità, in particolare con Pinocchio di Collodi (cap 6) I sotto-capitoli - che spesso sono l’approfondimento di articoli che Paternoster ha pubblicato nell’ultimo decennio - ricostruiscono sempre il contesto storico di ogni opera, il che porta a inserire i fenomeni studiati nella cornice socio-culturale e precisare gli usi e i valori che trasmettono Così a parte la ricchezza di forme e funzioni che vengono alla luce svelando il loro contributo a un effetto (s)cortese, si dispiega passo a passo un quadro di storia della civilizzazione italiana e, allo stesso tempo, europea Il lettore, anche se non è familiare con il discorso pragmatico sulla cortesia, può seguire con partecipazione i tentativi che facevano letterati e dotti per riprodurre un comportamento cortese o scortese nella loro epoca; in forme e rituali, in commenti apprezzativi e rimproveranti, tramite mitigazioni, esagerazioni o simulazioni, e con tant’altro che si riflette nell’uso del linguaggio, emerge il percorso significante che tramutava l’ethos di una società dall’antica urbanità all’etica medievale cristiana, attraverso il mondo gerarchico delle corti fino all’ascesa della borghesia moderna e il saper vivere ‘per bene’ destinato a fini pratici e al calcolato successo individuale Tutta questa ricchezza di dati e fatti è scritta e riportata in modo vivace e comprensibile: qualche accorciamento nel trattare i lavori di altri autori di pragmatica sarebbe stato consigliato; lo stesso vale per la raccolta dei dati che provengono sempre dall’opera completa e quindi rendono le interpretazioni un po’ troppo lunghe e ripetitive Sono meritevoli invece le 2_IH_Italienisch_76.indd 130 23.12.16 09: 52 Buchbesprechungen 131 conclusioni di ogni capitolo, dove i risultati dell’analisi non sono solo riferiti, ma comparati o confermati nelle rispettive teorie e concetti di cortesia La conclusione finale (cap 7) rielabora tutta l’impresa con l’obiettivo di disegnare nuovi spunti di ricerca tra cui un progetto già iniziato che, per avvalorare le trasformazioni constatate, prenderà in esame più dettagliatamente la trattatistica comportamentale ottocentesca in Italia Il libro finisce con una ricca bibliografia e un indice analitico e uno dei nomi Questi ultimi rendono palesi due cose, il grande merito sia teorico sia storico-culturale da un lato, e un piccolo deficit con certe conseguenze dall’altro lato - deficit dovuto alla formazione primariamente anglofona della studiosa e, di conseguenza, alla ricezione ristretta della ricerca che questa determina: mi sia quindi concesso di notare che all’autrice sono sfuggiti non pochi contributi che hanno fornito i romanisti e i germanisti a proposito della cortesia in quanto concetto laico e concetto scientifico (nomino in questa sede solo il lavoro seminale di Beetz 1990, i volumi di Kerbrat-Orecchioni 1992, 1994 e il mio libro Held 1995) che relativizzano, sì, la novità di molte osservazioni, ma non diminuiscono il valore globale di questo lavoro di pragmatica storica che gratifica sia la teoria che la pratica della s/ cortesia occidentale mettendole su un solido fondamento storico . Gudrun Held riferimenti bibliografici Bax, Marcel/ Kádár, Dániel (eds .): Understanding Historical (Im)Politeness . Special Issue of Journal of Historical Pragmatics 12/ 1-2/ 2011 Beetz, Manfred: Frühmoderne Höflichkeit . Stuttgart: Metzler 1990 Bousfield, Derek: Impoliteness in Interaction . Amsterdam: John Benjamins 2008. Brown, Penelope/ Levinson, Stephen: Politeness . Some Universals in Language Usage Cambridge: CUP 1987 Caffi, Claudia: La mitigazione . Münster: LIT 2001 Culpeper, Jonathan/ Kádár, Dániel (eds .): Historical Im/ politeness . Bern: Lang 2010 Culpeper, Jonathan: Impoliteness: Using language to cause offence . Cambridge: CUP 2011 Haugh, Michael: Im/ Politeness Implicitures . Berlin: Mouton de Gruyter 2015 Held, Gudrun: Verbale Höflichkeit . Tübingen: Narr 1995 Jucker, Andreas H . (ed .): Historical Pragmatics . Amsterdam: John Benjamins 1995 Kádár, Dániel/ Haugh, Michael: Understanding Politeness . Cambridge: CUP 2013 Kádár, Daniel/ Paternoster, Annick: «Historicity in metapragmatics . A study on ‘discernment’ in Italian metadiscourse», in: Journal of Pragmatics, in corso di stampa Kerbrat-Orecchioni, Catherine: Les Interactions Verbales . Paris, Colin . Vol II 1992, Vol . III 1994 2_IH_Italienisch_76.indd 131 23.12.16 09: 52 Buchbesprechungen 132 Koch, Peter/ Österreicher, Wulf: Gesprochene Sprache in der Romania . Tübingen: Niemeyer 1990 Spitzer, Leo: Italienische Umgangssprache . Bonn - Leipzig: Schröder 1922 . (Trad .it: Lingua italiana del dialogo . A cura di C . Caffi e C . Segre, Milano: Il Saggiatore 2007) Taavitsainen, Irma/ Jucker, Andreas: «Twenty years of historical pragmatics: Origins, developments and changing thought styles», in: Journal of Historical Pragmatics 16/ 1/ 2015, 1 - 25 Traugott, Elizabeth Closs: «Historical Pragmatics», in: Horn, L ./ Ward, G . (eds .), The Handbook of Pragmatics, Oxford: Blackwell 2004, 538 - 561 Watts, Richard J .: Politeness . Cambridge: CUP 2003 2_IH_Italienisch_76.indd 132 23.12.16 09: 52